Passi e svolte
Quando stai male, quando sei “perso” non te ne frega niente di vedere come sta bene e felice chi vorrebbe aiutarti: vuoi sapere che anche lei si dava per spacciata.
Mi ero ripromessa che se mai fossi riuscita a riemergere da un’esistenza mediocre, raffazzonata, se non francamente fallita (così credevo), non sarei salita su un podio a dire: “Ehi, vieni di qui. Da questa parte è tutto fantastico.” E non l’ho dimenticato. Non ho dimenticato le mattine chiuse in un monolocale con le persiane serrate, troppo cibo sul tavolo, fare la spola tra quello, le sigarette e un letto. E quelle che mi chiudevo nello studiolo, i figli di là col padre. I pianti in cucina. I “non capisco cos’ho”. Non ho dimenticato la fatica di rendermi presentabile al mondo. Non ho dimenticato la vergogna. Non ho dimenticato la paura. Che avrei. Sempre. Vissuto. Così. E in questo ricordare, ricordo ognuno di voi che sta vivendo un’uguale battaglia.
Per questo raccolgo qui alcuni dei passaggi chiave. Sono io, sei tu: c’è un solo sentire, declinato in miliardi di volti.