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Immagine del redattoreBhakti Maddalena

A un certo punto il massimo bondage sarà il progetto spirituale



Dopo un sonnellino scadente sento un po’ di tensione e qui faccio la cosa giusta: radico invece di farmi risucchiare dal progetto spirituale. Perché a un certo punto il vostro maggiore bondage sarà il progetto spirituale. Perfino se non avete più identità personali, di ruolo, nulla: ma avrete il bondage a questo progetto, a questa attesa, ed esso generando volere crea una insofferenza e fretta di portare a termine la ricerca. Non è una fretta sana, è mentale, non è più l’ardore innamorato con cui avete cominciato. Liberatevi di questo.


Quando vi sentite nell’ego, invece di rettificare o produrre questa o quella tecnica o maestria o esplorazione di coscienza, o impegnarvi ancora di più, dovete fermarvi e radicare. E che questo abbia il minimo scopo possibile. Un’assenza di scopo è sulle prime impossibile: vi siete colti in questa irrequietezza o in quel senso di “devo fare”, in quell’unbalance, e volete correggere, ma correggere è ancora parte del problema e lo nutre. Radicate e continuate, dimenticando ogni dio e spiritualità più che potete. Io oggi mi sono messa a stirare. Non lo facevo da quando ero ragazza, da mia madre. (Eckhart: "Prego dio di liberarmi da dio")


Un fazzoletto dopo l’altro, mentre la musica suonava su Spotify, sentivo cadere qualcosa: ciò che sentite che va depositandosi sono le vostre pretese, e ciò che emerge è il pianto silenzioso della bambina interiore, che è nata pura e che conosce il cuore e la vita. Il cui vero scopo è riportarvi dove siete nati, a quella gratuità e innocenza in cui non esisteva noia né cosa fare da grande né compiacere qualcuno né cercare nulla.


Allora senti quel piccolo pianto e sospetti che molti ricercatori, anche molti yogi forse, hanno intrapreso lunghe vie perché non hanno mai ipotizzato la sola cosa che è necessaria: non fare, disfare il postulato del dover fare per. Quel postulato ferita primaria del bambino. È lì, che la bambina vi vuole condurre. Da lì, da quella disarmata semplicità che è Vivere, possono aprirsi spazi più profondi di trasparenza, e finanche alla consapevolezza ultima, che sta dietro tutto questo sogno.


Non ci rendiamo conto di quanto siamo lontani da quella capacità di essere vuoti da ogni scopo, semplicemente vivi. Dovrete stirare dozzine di fazzoletti per arrivarci. E soprattutto dovrete non volerci arrivare.

Nello spreco del gesto, nella cura non prodotta, nell’incontro col nulla, ecco qualcosa che finalmente vi somiglia. La luce è sempre stata ciò che siete: chiede di essere agganciata lì dove siete, come una spina nella presa.

Mille tecniche non varranno altrettanto perché non sperimenterete mai né la gratuità né la semplicità né di essere dove siete. Che è dove dio vuole essere voi. E la bambina: anche.


Mi piace pensare che a ogni nascita dimentichiamo tutto perché abbiamo la possibilità vergine di essere puri. Nel gioco paradossale del divino, questa purezza andrà perduta nei traumi così che una purezza più consapevole e ampia riporti a prima ancora di quella bambina. Ma ciò che siete quando venite al mondo è una totale assenza di fare per.

Quanto più agite spiritualmente, o per guarire, o per evolvere, credendovi così responsabili, tanto più siete nella finalità. Irrimediabilmente lontani dalla gratuità vera dell’amore, del Silenzio. Della totale non pretesa. Che è la Grazia.

È la via di unlearn, undo: ho sempre amato i bambini e la mia gloria fu coi miei figli piccoli perché la vita mi riportò con ferma dolcezza a essere dov'ero, senza finalità alcuna. E ho sempre saputo il Potere della bambina. Mi sono solo via via vietata mille cose, e in questo il percorso spirituale ha fatto un enorme danno, portando a sempre maggiore doership, adultità, volere, aspettare, spostandosi sempre più da ciò che invece è un ritorno e una semplicità.


Via via il processo spirituale, inteso come applicazione volitiva e come lavoro interiore continuo - dettato senz’altro dalla mente e non dal cuore semplice che mai chiese tanto - diventa l’ostacolo numero uno non solo alla gioia e all’amore, alla sensibilità e alla grazia, ma alla cosiddetta liberazione stessa. Si sommano saperi, tentativi, ricerca, strumenti, attese, volontà, direzioni. Come direbbe Eckhart: ci si allontana sempre di più. Nasce un’ossessione che controbilanciamo tornando a qualche piccolo piacere mondano, alle nostre passioni, o con altro impegno per “equilibrarci”, ma ci manca dio e così torniamo a insistere nuovamente.

In verità dio ci manca perché noi manchiamo lui in queste nostre pretese, in questi sradicamenti. Lo dico per esperienza.

Nessuno ci ha mai pensato: sto solo avanzando l’ipotesi che in molti casi, a parità di Chiamata, quello che serve non è la tecnica ma solo radicarsi.

Una lama di luce sta chiamando dentro e sta arrivando dall’alto, per così dire, e voi dovete essere lì, coi piedi saldi, la mente ferma, il cuore spalancato. Completamente disponibili. Perché siete lì: lì vi colpirà il fulmine. Lì è prevista la sua corrente ascensionale. Lì è previsto lo Spettacolo.

Non dividetevi. Non fate mille cose spirituali per poi sforzarvi di essere presenti mentre lavate le stoviglie la sera. State sottovalutando dio. State decidendo che le stoviglie sono una disciplina tra le altre, dopo varie asana e sperimentazioni, educazioni e perfezionamenti. Non dividetevi. La disponibilità vuota, del tutto disarmata, deve essere la stessa: nelle stoviglie, nella meditazione, nella preghiera, nel cielo del mattino, nella malattia, nei figli, nel lavoro. Nessuna differenza. La vita vuole portarvi a questo. È in grado di farlo. Se non vi imponete. Se restate dove siete. Perché la vita è lì.


Be naked.

Maddalena




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