La responsabilità è la contrazione di essere identificati nel "doer"
Tutte le volte che mi sono sentita tanto protagonista era perché separata e quanto più rispondevo al disagio con protagonismo, tanto più la dualità aumentava. Ma
tale protagonismo è una compulsione mentale: se la si osserva, si perviene a una stillness nella quale il solo movimento è un cuore che pulsa. Nel senso fisico, e spirituale. Privo di urgenza. Privo di quella compulsione, ma anche del possesso.
La responsabilità viene sempre da un’identificazione nel corpo-mente, ha la nostra faccia, ha l’ “io sono questo”.
In totale assenza di paura e di un “comandante mentale” il concetto di responsabilità non esiste.
La responsabilità è la resistenza dell’io che vuole ancora gestire il potere interiore, sentirsene padrone, e così facendo, se ne separa. È una forma di contrazione con la quale l'io evita di rinunciare a sé stesso. Significa che siamo identificati in tale contrazione, anziché nel movimento del vivere.
La responsabilità è ciò che governa tutto il campo dell’identificazione nell’ego finché non arriviamo a quel limite dove comprendiamo che non c’è più niente che desideriamo davvero fare, né per migliorare, né per raggiungere qualcosa, ossia non siamo più condizionati o governati da queste tendenze: oltre questo limite la mente è vuota, e l’anima vive direttamente. Senza un arbitro. Senza un parapetto. Senza difese.
Quando la contrazione ritorna, mi restituisco al potere interiore dello Spirito. Smetto di dover esistere come altro da esso.
Be naked. There is a you beyond you.
Maddalena
Comments