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Immagine del redattoreBhakti Maddalena

Non si può conoscere che dimenticando

Bisogna saper andare nei giorni e negli affetti senza affetto, come fossero nuovi. Andare senza affetto vuol dire che l'altro è in ogni momento un posto nuovo. Vuol dire che non gli ho messo addosso nulla. E allora posso stupirmi



Comincia a pensare che non sei tu che cerchi dio, ma sei dio che è diventato te.

Se non ti piace dio puoi chiamarlo Vita.

Se non ti piace Vita puoi chiamarlo mistero.

Sei nato da due genitori, e poi dai nonni, sei il figlio degli antenati, o sei nato da dio?

Il corpo è nato da tutte quelle cose. La mente è la fabbrica dei pensieri e delle emozioni. Il cuore emotivo è l'onda dei sentimenti tra ciò che sei e ciò che credi di essere.


E oltre i sentimenti, senza nulla di niente, chi sei?

Bisogna riuscire a trovare quella dimensione di non indispensabilità che alberga immutata in ognuno di noi. Perché quella è la nostra natura eterna di pace.


Invece io vedo che tutti vanno per sommatorie. Io sono questo e poi questo e poi questo. La sommatoria, se la guardate bene, ha sempre un verbo: fare, oppure volere.

Poi si parla di sogni, di desideri, e poi di ricordi, costruire dei bei ricordi insieme, fare mille fotografie, stare nel qui e ora come una polaroid da incollare alle altre così da costruire comunque una storia.


Una volta lessi di un tizio che ogni sera, per venti minuti, respirava e meditava per abbandonare la giornata, per lasciarla andare, per premere il totale reset.


Avete idea del coraggio che richiede?

Io fino a qualche mese fa ne avevo più di oggi. Mi sono lasciata travolgere da dubbi mentali e dal cercare. Immaginate di cercare un oggetto prezioso in un lago agitandone le acque...

Io fino a qualche mese fa non tenevo nulla. Voglio tornare a non tenere nulla.

Invece si cammina scalzi per un pezzo, solo perché sappiamo le scarpe sulla soglia di casa: rientriamo nel "io sono questo, tu sei quest'altro". Questo non è conoscere: questo è non vedere.

Non si può conoscere che dimenticando.

Saltando oltre ciò che la paura chiama affetto ma che è puro controllo. Sapere chi sono io, chi sono i miei figli, chi è mio marito, è una presunzione.


Quando andate in un posto nuovo non avete da dimenticare nulla. Siete vigili, ma non avete quel tipo di paura che viene dal ricordare. Ricordare è sempre una logica della paura: paura di ripetere una brutta esperienza o di non ripeterne una bella, oppure rifocillarvi da una paura. Allora poi si dice: "Non avere aspettative". E più lo dici e più ne crei.


Bisogna saper andare nei giorni e negli affetti senza affetto, come fossero nuovi. Andare senza affetto vuol dire che l'altro è in ogni momento un posto nuovo. Vuol dire che non gli ho messo addosso nulla. E allora posso stupirmi.

Vuol dire entrare e lasciar fuori, sempre, le scarpe.


Be naked. Ask who is living inside your body in the exact moment you let go of everything.

Maddalena

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