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"Casa" è l'eterno, l'eterna innocuità

Si aprì innocuità e gioia, scoprii che se smettevo di chiedermi cose e di commentare, si apriva l’immenso Il sentimento di "casa" è in generale un sentire, più o meno grossolano, di sicurezza, gioia, affetto, pace, non intrusione, libertà, semplicità, appagamento, riposo, ritorno, appartenenza, ritrovamento. Innocuità. Se immaginiamo un dio che chiede, quella è la mente. Se abbiamo bisogno di volerci bene così da sentirci sicuri, quella è ancora la mente. Non c'è sicurezza, nella mente. Se ci raggomitoliamo nel cuore, siamo ancora un io mentale che si accuccia. Quando cominciamo a percepire, sottilmente, che siamo preda di una infinita rete divina che sostanzia tutto, allora smette la necessità di una tana. Diventiamo una vibrazione nelle vibrazioni. Ma fintanto che siamo questo soggetto che agisce per dovere o per piacere, che cerca, non usciamo dai confini individuali . In nessun modo possiamo essere sicuri nella solidità apparente del soggetto volitivo, perché la nostra verità è una vibrazione abbandonica, di appartenenza a. Non a noi stessi, non al marito, alla famiglia, alle passioni, ai sogni: tutte queste cose afferiscono al piano personale e umano. Che non ha pace in sé stesso, che fa "casa" in mille modi, che dipende perfino dalle pratiche, che si sente perso, che si appiglia a qualcosa. Oltre questo soggetto umano e personale, che ha sempre in sé una immagine di sé stesso, si apre la possibilità di una dimensione priva di immagini personali, di tempo, di ruoli e di riferimenti. Una dimensione di gioia pervasiva senza volto . Quando si accede ad essa, si nuota in una continuità innocua. E si scopre che solo questa è la vera sicurezza: quel luogo in cui posarsi non è un luogo, un'azione, un fine, sé stessi, ma è una dimensione senza di me. Che trapassa la distinzione tra esistenza e morte. Essendo una dimensione di purezza e innocenza, essa viene prima di ogni dovere o impegno. È il luogo del non necessario, tutto il paradigma dell’io è superato.
Be naked. Go home. Maddalena

"Spiritualità" non significa verità

Dovete comprendere, dobbiamo comprendere, che "spiritualità" non significa verità. Questo si dice poco. La spiritualità non viene a salvarvi il c., a dare risposte preconfezionate. Dovrete cercare. Innamorarvi del silenzio e delle domande senza risposte. Di un insegnamento che vi tintinna come nemmeno le campane delle canzoncine di Natale. E poi mollare , mollarlo. Aver compreso tutto, e poi mollare tutto. Perché a un certo punto quella strada va diritta e voi siete di nuovo perse. Spiritualità non vuol dire verità. La vera spiritualità è la verità del Tutto: infinita, sfaccettata, imprendibile. Fa parte delle delusioni del Risveglio credere di aver capito con cosa risuonate e poi trovarvi di nuovo disorientate. Questa delusione è cocente per l'ego, perché per quanto la ricerca fosse onesta e pura, l'ego ha sempre bisogno di riferimenti: riuscirà a usare come riferimento anche il vuoto di non averne. "Ah, sì, giusto: io sono il vuoto". Quelli con più dottrina, sapere, formazione, vi sembrano i migliori, allora non vi accorgete che in qualche modo avete già deciso che hanno ragione, che la loro verità sarà al vostra. Applicate alla ricerca spirituale lo stesso sistema della ricerca scientifica o del vivere comune: guardate le qualifiche. Le stelline, i diplomi, ciò che ha lunga storia. Ma la Madonna apparve ai pastorelli. Alla gente umile. Ci sono saggezze racchiuse nei bambini o in gente senza qualifica alcuna, che i maestri non sanno replicare. Dovete districare la saggezza dalla dottrina, e trovare una fede che non si basi sugli stessi sistemi di qualità della produttività sociale. Chi ha paura di buttarsi oltre è ciò che non siete, è ciò che cerca, in questa ricerca nota e dottrinale, di non smettersi. La verità è già dentro di voi: ma difficilmente emergerà come e quando dite voi, eppure ha più saggezza di ogni cosa troviate là fuori. Anche quello che dico io: prendete ciò che vi anima, buttate ciò che non attacca. Buttate, buttate via certezze. Tenetevi nudi, intorno al cuore. Lasciate che compia le sue capriole di meraviglia. Non di sapere. E vi dirà tutto quanto serve. A suo tempo. Be naked, Maddalena

"Voglio stare bene ma non ci riesco"

“Vorrei cambiare ‘ma’…”. Tu sei qui per il “ma”, perché altrimenti saresti già libera Senza dubbio chiunque si rivolga a chiunque, vuole sinceramente stare meglio. Ma essere davvero pronti è parte stessa del processo di cambiamento. Anche se non lo sai, quando chiedi aiuto per stare meglio, una parte di te, la stessa mente che soffre, non vuole lasciare il dolore: masochismo? No: identità . Disidentificarsi richiede lunga pratica e consapevolezza, e fa parte del processo anzi è la chiave stessa del processo. Perché lasciare il dolore vuol dire sradicare tanta roba, se davvero sei "chiamata". L’ego ti protegge eppure è proprio l’ego a impedirti la liberazione: finché non diventi consapevole di questo gioco e non sperimenti che esisti oltre l’ego , non farai che giocare al girotondo. E ti sentirai anche inadeguata perché mentre tutti quelli “là fuori” vogliono cambiare e ci riescono, e stanno meglio, tu sei la sola inetta che ha troppa paura o non è capace: diamine, pensi, in me c’è proprio qualcosa di sbagliato! Lo ripeto: voler stare bene e non volere cambiare non sono in contraddizione ma aspetti compresenti inevitabilmente, e parte del processo stesso di Risveglio. Quel dolore, quei genitori abusanti, quella miseria professionale, quella malinconia, quella grinta però un po’ prepotente, quel bisogno di scappare, quell’ironia che ti salva e guai chi te la tocca, quel passato che ti ha segnato e però - così ti piace credere - anche forgiato, quel destino crudele, le tue cicatrici, le delusioni e le vittorie, e però anche sapere che alla fine per te ci sei sempre: tutto questo è attaccamento. Nulla di questo è ciò che sei davvero. Si sta preparando qualcosa di infinitamente più grande , potente e liberatorio. Ma non è necessario mollare tutto subito. Accadrà. In verità, il modo stesso in cui affronti il processo, ossia il processo stesso, è scoperta e cura: sentirsi, per esempio, inadeguati perché si resiste al cambiamento, dice molto sull’inadeguatezza, così come voler stare meglio ma non impegnarsi nel meditare o nel quietare la mente, dice molto sulla resistenza. La resistenza al cambiamento non è solo “normale”: è inevitabile . Tutto in questo piano esistenziale è apparentemente duale: inspirazione-espirazione, l’onda arriva alla spiaggia e si ritira, il cuore si contrae e rilascia, l’equilibrio nel nostro corpo è dato da ormoni e loro antagonisti. “Vorrei cambiare ‘ma’…”. Tu sei qui per il “ma” , perché altrimenti saresti già libera. Non c’è uno senza l’altro, il “ma” è il cambiamento stesso! Cambiare o, meglio, scoprire chi sei, significa superare il gioco apparente degli opposti: la resistenza dimostra che c’è movimento. Non si vince annullando la resistenza in un colpo ma smettendo di essere identificati in essa, aprendosi alla verità del movimento dove non sei chi avanza né chi resiste, ma la libertà immutabile in cui giocano le forze apparenti.

A chi è in Risveglio, due note dalla mia piccola esperienza

Serve molto tempo, e siccome la coscienza non ha un tempo, quello che umanamente riscontriamo è un oscillare, spesso sembra di retrocedere, altre volte si hanno grandi aperture. Per esperienza due cose contano più di tutto: la sete di verità e la devozione mistica. Qualcuno ha più una, qualcuno ha più l'altra. Oppure a fasi prevale una sull'altra. Un altro passo importante è quando si smette di voler stare bene e si comincia a voler sapere chi siamo davvero , ossia quando la voglia di verità supera il bisogno egoico. A quel punto noterete che la voglia di prendere dall'interno supera la voglia di prendere dall'esterno. La voglia di essere pienamente disponibili supera l'intenzione , qualunque intenzione di rendere le cose in un modo o in un altro . La voglia di essere supera quella di capire. La voglia di fermarsi morendo a tutto supera il bisogno di tener presente questo o quello. Il Desiderio in cuore supera gli attaccamenti della forma. Si va verso un alleggerimento, non verso un rendere sempre più pieno e appagante. Non si soddisfano più bisogni: sono i bisogni che diminuiscono . Ma ripeto sempre, e sempre per esperienza: non datevi mai addosso. Mai. Non sentitevi in colpa. Non rimproveratevi . È come andare in bicicletta: certamente provi e riprovi, ma da dove viene la voglia di provare? La puoi davvero comandare? E cosa decreta che per cinque giorni barcollavi e al sesto stai su? Esistono dei tempi di coscienza, determinati dalla consapevolezza, dal divino, ben più di quanto crediamo. Facciamo sempre del nostro meglio, ma infine non abbiamo il controllo che vorremmo illuderci di avere. Lasciarci fare e dis-fare è più importante di fare. Essere dove siamo è più importante di muoverci inseguendo cosa. Avere Fede: se non hai fede in Dio, abbi fede nella Vita, nella Natura, nel cosmo, nella verità, in quel mistero che ti vive. Abbi fede e culto in esso. Allora esso si muoverà in te. Abbi fede in quella spinta che senti e che ha cominciato a muoverti e a muoversi: essa conosce. Poco significativa, invece, la fiducia nell'io psicologico , se non controproducente ai fini del vero perché difficilmente vi porterà a superare l'io illusorio. (Baret: "Un ego non può diventare non egoico") Abbi fede cieca in ciò che in te emerge dal profondo, quello sì, ma la fiducia psicologica non è nulla, è quanto credi a un'idea. La fiducia deve essere nella tua verità anche se non la conosci, non nella psiche . La disponibilità conta più della volontà. Concluderei dicendo ciò che è bene sempre dire: "Il viaggio non finisce mai". Invece no. Non lo so. Rimango nel non sapere. Mi sfilo anche da questo. Che la disponibilità sia prima, perfino, di queste finte umiltà, perché nulla conosco. Perché dire che il viaggio continua sempre, può essere un modo per temporeggiare sulla resa, l'unica via possibile, in ogni istante. Colui che lo chiama "viaggio" è ciò che va abbandonato. Be naked. Disarmed. Maddalena

A mia figlia per il suo compleanno

Ti insegnerò che la Vita vive sotto alle cose e nelle cose, nei nulla che lamentiamo vuoti, nei pieni che giudichiamo zeppi. Ti insegnerò che l'amore non basta mai perché non ci vuotiamo abbastanza da qualcosa che chiamiamo "noi". Ti insegnerò i dubbi rimasti e le certezze che volano come petali sempre piccoli e a noi in mano gli steli. Ti insegnerò la pena di periodi duri come questo che scrivo e sei a scuola e ti so felice. Ti insegnerò la pioggia senza ombrelli il sole senza cappelli i passi senza scarpe. Ti insegnerò le gioie che traboccano le vasche piene di schiuma le sere piene di pizza e di gare a chi mi sta seduto accanto. Ti insegnerò che sono sempre qui. Che tutto quello che resta sempre sono gli arcobaleni sopra ogni terra e dentro a ogni cielo. Che il cuore è un vaso pieno di buchi dove passare i fili e le mani intrecciate a chi vuoi bene. Ti insegnerò lo specchio di essere tutto ciò che ogni giorno m'insegni. Nulla di più di ciò che sei t'insegno. Da otto anni, ogni giorno ventiquattr'ore alla volta un secondo dopo l'altro, sono la tua mamma. Auguri alla Vita che sei, Isabelle. Stupore senza fine. Maddalena

A un certo punto il massimo bondage sarà il progetto spirituale

Dopo un sonnellino scadente sento un po’ di tensione e qui faccio la cosa giusta: radico invece di farmi risucchiare dal progetto spirituale. Perché a un certo punto il vostro maggiore bondage sarà il progetto spirituale. Perfino se non avete più identità personali, di ruolo, nulla: ma avrete il bondage a questo progetto, a questa attesa, ed esso generando volere crea una insofferenza e fretta di portare a termine la ricerca. Non è una fretta sana, è mentale, non è più l’ardore innamorato con cui avete cominciato. Liberatevi di questo . Quando vi sentite nell’ego, invece di rettificare o produrre questa o quella tecnica o maestria o esplorazione di coscienza, o impegnarvi ancora di più, dovete fermarvi e radicare . E che questo abbia il minimo scopo possibile. Un’assenza di scopo è sulle prime impossibile: vi siete colti in questa irrequietezza o in quel senso di “devo fare”, in quell’ unbalance , e volete correggere, ma correggere è ancora parte del problema e lo nutre. Radicate e continuate, dimenticando ogni dio e spiritualità più che potete . Io oggi mi sono messa a stirare. Non lo facevo da quando ero ragazza, da mia madre. (Eckhart: "Prego dio di liberarmi da dio") Un fazzoletto dopo l’altro, mentre la musica suonava su Spotify, sentivo cadere qualcosa: ciò che sentite che va depositandosi sono le vostre pretese , e ciò che emerge è il pianto silenzioso della bambina interiore, che è nata pura e che conosce il cuore e la vita. Il cui vero scopo è riportarvi dove siete nati, a quella gratuità e innocenza in cui non esisteva noia né cosa fare da grande né compiacere qualcuno né cercare nulla. Allora senti quel piccolo pianto e sospetti che molti ricercatori, anche molti yogi forse, hanno intrapreso lunghe vie perché non hanno mai ipotizzato la sola cosa che è necessaria: non fare, disfare il postulato del dover fare per. Quel postulato ferita primaria del bambino. È lì, che la bambina vi vuole condurre. Da lì, da quella disarmata semplicità che è Vivere, possono aprirsi spazi più profondi di trasparenza, e finanche alla consapevolezza ultima, che sta dietro tutto questo sogno. Non ci rendiamo conto di quanto siamo lontani da quella capacità di essere vuoti da ogni scopo, semplicemente vivi . Dovrete stirare dozzine di fazzoletti per arrivarci. E soprattutto dovrete non volerci arrivare. Nello spreco del gesto, nella cura non prodotta, nell’incontro col nulla, ecco qualcosa che finalmente vi somiglia. La luce è sempre stata ciò che siete: chiede di essere agganciata lì dove siete, come una spina nella presa. Mille tecniche non varranno altrettanto perché non sperimenterete mai né la gratuità né la semplicità né di essere dove siete. Che è dove dio vuole essere voi. E la bambina: anche. Mi piace pensare che a ogni nascita dimentichiamo tutto perché abbiamo la possibilità vergine di essere puri. Nel gioco paradossale del divino, questa purezza andrà perduta nei traumi così che una purezza più consapevole e ampia riporti a prima ancora di quella bambina. Ma ciò che siete quando venite al mondo è una totale assenza di fare per . Quanto più agite spiritualmente, o per guarire, o per evolvere, credendovi così responsabili, tanto più siete nella finalità. Irrimediabilmente lontani dalla gratuità vera dell’amore, del Silenzio. Della totale non pretesa. Che è la Grazia. È la via di unlearn , undo : ho sempre amato i bambini e la mia gloria fu coi miei figli piccoli perché la vita mi riportò con ferma dolcezza a essere dov'ero, senza finalità alcuna. E ho sempre saputo il Potere della bambina. Mi sono solo via via vietata mille cose, e in questo il percorso spirituale ha fatto un enorme danno, portando a sempre maggiore doership , adultità, volere, aspettare, spostandosi sempre più da ciò che invece è un ritorno e una semplicità . Via via il processo spirituale , inteso come applicazione volitiva e come lavoro interiore continuo - dettato senz’altro dalla mente e non dal cuore semplice che mai chiese tanto - diventa l’ostacolo numero uno non solo alla gioia e all’amore, alla sensibilità e alla grazia, ma alla cosiddetta liberazione stessa. Si sommano saperi, tentativi, ricerca, strumenti, attese, volontà, direzioni. Come direbbe Eckhart: ci si allontana sempre di più. Nasce un’ossessione che controbilanciamo tornando a qualche piccolo piacere mondano, alle nostre passioni, o con altro impegno per “equilibrarci”, ma ci manca dio e così torniamo a insistere nuovamente. In verità dio ci manca perché noi manchiamo lui in queste nostre pretese, in questi sradicamenti. Lo dico per esperienza. Nessuno ci ha mai pensato: sto solo avanzando l’ipotesi che in molti casi, a parità di Chiamata, quello che serve non è la tecnica ma solo radicarsi. Una lama di luce sta chiamando dentro e sta arrivando dall’alto, per così dire, e voi dovete essere lì, coi piedi saldi, la mente ferma, il cuore spalancato. Completamente disponibili. Perché siete lì: lì vi colpirà il fulmine. Lì è prevista la sua corrente ascensionale. Lì è previsto lo Spettacolo. Non dividetevi. Non fate mille cose spirituali per poi sforzarvi di essere presenti mentre lavate le stoviglie la sera. State sottovalutando dio . State decidendo che le stoviglie sono una disciplina tra le altre, dopo varie asana e sperimentazioni, educazioni e perfezionamenti. Non dividetevi. La disponibilità vuota, del tutto disarmata, deve essere la stessa: nelle stoviglie, nella meditazione, nella preghiera, nel cielo del mattino, nella malattia, nei figli, nel lavoro. Nessuna differenza. La vita vuole portarvi a questo. È in grado di farlo. Se non vi imponete. Se restate dove siete. Perché la vita è lì. Be naked. Maddalena

A voi, che la vita normale non vi è mai riuscita

A voi, a tutti quelli che la vita normale non gli è mai riuscita. I disadattati, i disobbedienti, gli intemperanti, i defilati, i ribelli e anche i taciturni che non hanno la forza della guerra ideologica.

I disattenti.

I distratti.

Quelli che a scuola andavano male.

E quelli che a scuola andavano benissimo perché hanno talmente mentito all'anima da dirsi "mi piace molto la scuola". Hanno ottemperato alla richiesta incessante di essere adeguati, che ogni cuore spinge nelle vene.

I più sfatti.
I derelitti.

Quelli che una vita normale non gli entra nemmeno a forzarla.
Quelli che ci hanno provato e poi mangiano, bevono e vanno a donne.

E poi un giorno mettono la testa a posto, fanno tutti contenti, quei musi dei familiari a tavola, sai che mi sposo? E si apre il buon vino.

Non fatelo. Mai.
Siete dotati del dio della guerra e il dio della guerra è il dio della pace.
Il diavolo che vi investe è la forza che ancora non si è destata in coloro che la vita la mettono regolare , in fila nei giorni come le macchine in tangenziale, o l'esodo in agosto. O le camicie stirate. O le risate con la mano sulla bocca. Il diavolo è il dio che non avete ancora scoperto . Ma prima di arrivare a questo, e anche quando lo scorgerete, avrete una vita intera di perbenismo o di ribellione da scontare: quella che vi siete convinti che diversi vuol dire sbagliati. Che se andate in senso opposto a tutti l'errore è il vostro.
A voi, che la vita normale non vi è mai riuscita, a voi la vita vi ha fatti coi bordi che non collimano. Mancava sempre un dito a cucire i due lembi. Sempre un cazzo di buco.

Io vi dico: né chi l'ha coperto né chi ci ha sguazzato ubriaco ha vinto.
Ma solo chi sa caderci.
Perché avete quel vantaggio. Quella voragine da cui vedere che la società è un grande gioco e null'altro. Che in quel buco le regole non sono mai esistite, mai gli opposti, e il giocoliere è il re di tutto e il re un lustrascarpe, non ci sono gerarchie né giorni, e il mondo è una pallina da golf. Siete stati fatti col buco così che potevate guardare di sotto.
Fare due foto all'universo.
Prendere le misure di ciò che esiste oltre tutto ciò che crediamo vero, inclusi i valori, gli ideali, i significati, la materia, gli obiettivi, la logica di ogni esistenza.

Il buco non è mai la mancanza di ciò che credi . Il buco è quello che gli altri hanno riempito e a voi, invece, vi cade sempre la roba di sotto. Se sarete così arditi da non riempirlo con l'immagine identitaria dello sbagliato, del ribelle, del derelitto, se avete voglia di scoprire lì dentro il vostro biglietto per la prima fila, avrete compreso il vostro vantaggio immenso. Ma vi sarà chiesto molto più coraggio di quello che mettevate a fare i derelitti, a difendere la vostra infanzia difficile, a fare i ribelli o impugnare le cause sociali.
Se non accetterete la sfida, la vita ve la riproporrà. Sono qui a dirvi che è piena di difficoltà che gli altri non hanno.
E piena di picchi e incantesimi. Che gli altri non possono ancora immaginare.

Bene, non avevo scritto per questo, ma se volete un supporto o uno scambio mi potete contattare qui: https://www.bhaktimaddalena.com/sono-qui-per-te

Be naked, you are called. Maddalena

Anelito al divino: da soggettivo a non duale

In che modo la "tensione" verso Dio, così soggettiva e privata, può tenerci presenti nella materia e non aumentare la dualità? Innanzitutto bisogna che sia sempre più riconosciuta la chiamata interiore a rinunciare a essere qualcuno, in nome del dissolversi in dio . Tutto ciò che è materia e società, ambizioni, attese, sfuma in secondo piano e ci si arrende sempre più profondamente all'evidenza (così percepita) che il nostro solo desiderio è tornare a dio. Il materico e il divino si invertono di piano. L'anelito per dio porta devozione, la devozione porta servizio gratuito e permanenza nel sentire dio, il servizio gratuito e il sentimento di dio portano a vedere dio ovunque e onorarlo in ogni espressione anche interiore, vedere dio ovunque scioglie la separazione e portando resa elimina ogni condizione. Onorare ciò che è, nella sua assolutezza, in verità impedisce l'identificazione. Nulla appare minaccioso o da rifuggire o trattenere. Sappiamo che in ogni istante il divino appare in quella forma, fisso nella sua mutevole apparenza. Smettiamo di sentirci persi perché senza resistenza avviene un riconoscimento spontaneo e non mentale del nostro stesso assoluto. Se onoro come divina ogni cosa in me, onoro come divina ogni cosa “fuori”. Be naked, honour it, Maddalena

Ascolto

L'Ascolto è il silenzio. Puoi ascoltare se non stai cercando né difendendo nulla. Se sei vuota da ogni occupazione, dall'io, che si crede doer e protagonista. "Sentire" la vita prevede assenza di te, allora ogni cosa è assoluta e priva di significati. Quando il significato è smesso, c'è il reale . Solo la mente cerca e dà significati perché teme il vuoto. L'intera mente è una catena di significati . Che va per conto suo, staccata da ciò che è. Il cuore, l'essere, non hanno significati, solo forme della stessa purezza, della stessa innocenza. Imparare a perdere di vista è imparare l'Ascolto, che è senza nessuna interposizione né nulla in sospeso. L'ascolto è Accorgersi, e quell'oggetto diventa l'unica preoccupazione, allora rifulge, allora nessun soggetto resta. Be naked. Sense Life. Maddalena

Avvicinarsi alla Verità

Le caratteristiche della awareness , ma anche del Cuore, sono qualità ma non strumenti : applicare la rinuncia, la devozione, il non volere, il non attaccamento, il non possesso, l’equanimità... tutto questo non può portare alla maturazione e realizzazione, nemmeno dell’amore, come non vi ci porta il lavoro personale sulle ferite o la “consapevolezza” mentale, il vedere che questa o quella cosa di me non la voglio più, il riconoscere certi pattern, certe sfiducie: nulla di questo può servire davvero non solo ai fini della Verità ma anche del Cuore perché la mente è sempre copia di tutto, è un piccolo io falso e illusorio che può solo imitare nel piccolo e che mantiene salda l’illusione di essere. L’unico modo per avvicinarsi alla verità è sospendere ciò che non lo è, e avere un Desiderio così grande (per dio, per l’amore, per il vero) da portarci a obbedirgli, ad aderire ad esso al punto che il desiderio stesso nutre e rende ogni altro desiderio secondario. Allora quel desiderio è come una fiaccola e via via mette in luce ciò che non è vero e lo brucia. Sperimentare una piccola isola di pace in noi è qualcosa che tutti possiamo fare, sospendendo per un minuto tutto ciò che è materia, corpo e pensiero: se lo si fa per fuggire da qualche problema, va più che bene. Non si creda che è fuga: si comprenderà a un certo momento che la fuga è l’altra, è il problema che è una fuga dal vero, e non la pace che è una fuga dai problemi . Sia dunque fuga, rifugio: coloro che confidano in dio sopra ogni cosa, sono non per niente in pace. Allora a questo spazio intonso (ciò che resta togliendo ciò che non siamo, cioè ciò che abbiamo e che è mutevole: via negativa) si affianchi il Desiderio, senza il quale la ricerca del vero sarà morta come morta è la mente : non resta, via via, che un vuoto di sospensione da ciò che non siamo, e un ardore che è però la luce di chi siamo. Il vuoto farà sempre più spazio, il fuoco sempre più chiarezza e forza, bruciando a sua volta ciò che va bruciato e generando altro spazio. In un circolo virtuoso dove si scoprono necessarie sempre meno cose , compreso l’io, e dove il sentire, anche di ciò che ancora, e cospicuamente, ci abita, è sempre più possibile senza intenzione né interferenza mentale, mostrando una intrinseca purezza. Via negativa, un sentire che si purifica da solo (come un miracolo), e un Ardore che compie sé stesso. Il fuoco nel vuoto è una sorta di Fede esercitata da nessuno . Ciò che credevamo di essere si scioglie via via insieme al nostro stesso bisogno di preservarci. Ma qualsiasi tentativo volitivo, dove lo sforzo è maggiore del fuoco, sarà lungo, estenuante e poco proficuo per due ragioni: la prima è che se il Desiderio stenta state insistendo contro natura. La seconda è che lo sforzo è sempre della mente, ha in sé molto ego, che è il freno stesso che vorreste smollare, e dunque ha in sé scopo, bisogno, paure, aspettative. Quando invece ci sperimentiamo “al negativo” e permettiamo l’ardore, accade una crescente – sebbene ondulatoria come è umano – obbedienza . Ma non potete obbedire a una Chiamata che non vi brucia. Sarebbe come imporsi di sposare un amico che una sera avete baciato sotto le stelle. Accettate dove siete: accettate se siete pieni di desideri. Accettate se volete la fama e il successo. Accettate se non avete capito un cazzo. Ecco: accettate il non capire, più del capire. Capire è sempre un cattivo segno. Una mania di ciò che non siete. Dal non capire si apre la possibilità del Vero. Be naked. Maddalena

Benedetto l'uomo

L'umiltà, quando il divino chiama, è permetterlo Lo capite, quando avete accesso al Potere interiore.
Vi fermate un attimo, vi chiedete: dovrei forse essere più umile, sbaglio qualcosa? Mi dicono di essere grato, di perdonare, di agire in un certo modo, eppure non riesco a fare queste cose, da qui. Piuttosto, c'è un flusso che si compie per me. Vi sarete ritrovati, a volte, in questo flusso. Che non agisce nulla. Restate come a bordo campo, stupefatti di una cura che non è voi eppure è voi. Di un amore che non è chi siete, eppure mai siete stati così voi prima. Non fermatevi. Permettete. Lasciatevi investire, riscrivere, portare via, finché non ritrovate più la strada per chi credevate di essere . Non inciampate nei consigli su come migliorare l'amore umano: sono consigli indispensabili, ma se per un attimo si schiude in voi la Verità, non dubitate. Sapete riconoscerla, l'arroganza. Sapete riconoscere, quando fingete non vi serva nulla. Invece, se a cercare di rendervi umili, state rifiutando una scintilla che incendia dentro, allora questo, sarebbe il vero torto. L'umiltà, quando il divino chiama, è permetterlo. Senza appropriarsene.
Be naked, allow the Great when it acts through you, Maddalena

Bhakti

"L'abbandono è affidarsi completamente alla causa originale del proprio essere" (Ramana Maharshi) Si dovrebbe pensare a dio come a un odore. Non a un idolo, un signore, un trofeo al fondo della via crucis. Tutto quello che fate, che facciamo, sempre di più, perfino quando è volto a togliere quella che si chiama "ignoranza", aiuta a preparare il campo ma malauguratamente nutre il contadino. In questo nutrimento ciò che abbiamo limato dell'ego l'abbiamo però controbilanciato con un fiero "io faccio, io sono umile, io sono responsabile". Ma tu sei un vento, non una volontà. E così dio, così la natura, le forme, il nulla. Il mistero. Ogni tecnica applicata lavora magari a perfezione, ma diventa indispensabile. Spostiamo la dipendenza dall'io alla tecnica. Ma chi dipende è ancora l'io. Tutto ciò che facciamo volitivamente è infine paura che dio sia lontano. Che non arriveremo. Che è tutto sulle nostre spalle. La bhakti, devozione, nel suo sapore più alto ha compreso che dio è un odore inevitabile , e diventa resa. Ci arrendiamo alla nostra impotenza e alla nostra potenza in una volta sola: le due sono la stessa cosa. Rinunciamo a essere questa persona, e ci arrendiamo alla verità. Che emergerà oltre la decisione soggettiva. Si lascia il piano tutto, dei significati, di causa-effetto, del cercare. Si cade nella dimensione del permettere. Da qui, sorgerà azione. La Vita sorge a sé stessa. In questa resa qualcosa diventa invariabilmente, esattamente chi siamo. Quando siamo nella resa, allora possiamo anche impegnare le nostre forze: ma sono forze senza un soggetto. Il soggetto: si è arreso. Il potere è un potere senza limiti. Ma è il potere, a possedere ciò che resta di noi. Non il contrario. Be naked, surrender Maddalena

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