Un giorno lo sapremo.
Oppure rideremo. Di tante ore. Di tante guance così vere in quelle saline di pianto.
Un giorno un saggio verrà a dirci: "Era tutto uno scherzo".
Si scriverà sui muri della città tutta: "Destino".
Al posto delle case saranno bandiere di pace e zucchero alle porte degli ospedali, dei vecchi e dei bambini.
Ogni cosa sarà liberata.
Un giorno sarà un passero lontano a tracciare il confine.
Tra il mio e il tuo tra questo dolore che chiamo "io" e ciò che invece crediamo "tu".
Gli ospizi sconfiggeranno i muri, le rondini raccoglieranno voci.
Un giorno saranno mercati di ori e di incensi.
Le donne piene di lentiggini, le età senza età. La gente smetterà di preoccuparsi. E il vento suonerà il violino.
Un giorno non lontano sarà valsa. Ogni cura che abbiamo posato sulle ciglia. In quella rima che schiude il dentro al fuori.
Voleranno al sole tutte le primavere. Gli inverni giocheranno nei cortili.
Ogni passo e ogni ginocchio sbucciato sarà valso.
Il gioco eterno di questo vivere.
In cima a una collina saremo una davanti all'altra e ti dirò: "Siamo arrivate. Dove siamo sempre state. E io ti amo. Dell'amore che non se n'è mai andato".
Maddalena
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