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Immagine del redattoreBhakti Maddalena

L'illusione della materia

Oggi passeggiando alle cave la sensazione di sogno era totale. Ho anche colto come i concetti e i commenti erano forme aleggianti al pari della materia. La materia non sembrava più solida del pensiero (il pensiero è forma interiore al corpo, la materia è forma esteriore).

È solo che a un primo livello affacciandoci “fuori” troviamo il filtro personale (pensieri, emozioni, storia personale). Superato questo, di realtà nuda e vivida, scopriamo che anche questa è trasparente per così dire. Che la “buchi” ed è inconsistente.

Con cosa la buchi, e cosa c’è, “di là”? La buchi con la coscienza, e di là trovi altra coscienza, e sei sempre tu. E allora capisci che tu sei coscienza. Che non esiste altro che coscienza, che

emana forme come odori o suoni, come fosse un volto senza confini che aggrotta la fronte, poi la liscia, poi strizza l’occhio. Ma è un volto, non è quell’espressione particolare.

Le forme del mondo, incluso il corpo, i pensieri, gli individui, tutto, non sono che forme, appunto, come l’acqua prende la forma del contenitore. Ma dacché la coscienza è immateriale, anche le forme, percepite dalla coscienza, sono immateriali, pure apparizioni.

Materia e non materia sono uguali, sono sempre coscienza. Allora vedi che tra vita e morte non c’è più distanza così come tra materia e non materia non c’è più differenza.

Esattamente come un’ombra cambia angolazione sullo spigolo di una parete, ma è la stessa ombra.


In pratica mi ritrovo in uno spazio-non spazio liquido in cui tutto è quello stesso spazio e inconsistenza: dai mobili alle case alle persone al mio corpo ai pensieri ai ricordi al tempo ai luoghi agli alberi alle emozioni ai concetti ai commenti… tutto è bolle fluttuanti e che poi scoppiano, in una galassia senza confini.

Se la materia è solidità apparente, ma sempre coscienza, allora anche i pensieri sono la stessa inconsistenza, sempre forme, non cambia nulla, appaiono come tutto.

Per la coscienza la materia non è materia: è coscienza.

Quando hai capito che la solidità è solo apparenza perché così abbiamo deciso per convenzione usando i cinque sensi fisici (chi ha detto che i sensi fisici sono “reali” e che ciò che toccano è “solido”? Sappiamo solo che donano percezioni, registrate dalla mente e in ultima analisi dalla coscienza), che l’ego è solo un costrutto di idee, hai colto che l’esistenza è solo un film, non esiste, sei libero. Cosa ti resta? Insomma

fuori ci sono solo forme. Dentro, ci sono solo forme. È tutto apparenze in un cosmo di pace.

Sperimento una inclusività che prima non c’era. La polarità tra io e Sé si supera quando l’identità si sposta ancora di più nella coscienza del Tutto e dunque ogni forma torna inclusa ma minuscola e scopri che ne ha sempre fatto parte. La coscienza è sia la sostanza sia la forma, non c’è nulla fuori di essa. Però non c’è possesso personale, c’è neutralità.



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