Perché vi arrabbiate?
Ogni volta che vi indignate per ciò che accade nel mondo, sottraete due forze buone: la prima è la compassione, la seconda è la presenza alla vostra luce.
Se arrabbiarvi è inevitabile, fatelo da soli, state dentro la tana di chi siete, di chi credete di essere: osservate chi si dibatte. Prima di tornare nel mondo.
Il mondo è un'apparenza duale. Potete portare la vostra opinione, ma restate lievi e sicuri che serve al moto delle forme, avere opposti.
Siate la solidità che non ha opposti: posate le opinioni come centro tavola del vostro sentire, ma che da esse non dipenda chi siete. Come mai è dipeso.
La necessità di imporsi la conosco bene: ho scritto per otto anni pubblicamente e i miei testi andavano dall'accoglienza emotiva alla rivendicazione guerriera nelle cause pubbliche.
Nei tempi della quarantena fui una specie di attivista. Qualche lettrice veniva da me come fossi un'esperta. La mia anima si sentiva utile, ma soprattutto il mio ego aveva finalmente un podio.
Quando la quarantena finì, ebbi un crollo: tornava il silenzio.
Quando le questioni di covid riemersero mi accorsi che non avevo più voglia di lottare. Non in quel modo.
Seneca parlava di "imperturbabilità del saggio".
Siate perturbabili in superficie, ma mostrate la profondità.
Avete ogni libertà, inclusa quella di opinione. Ma il salto migliore si fa dalla pace.
Be naked, be Peace,
Maddalena
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