
Cercati negli imprevisti. In essi la mente non ha fatto in tempo ad entrare. Allora si apre una falla nel fitto di ciò che crediamo d'essere. Cercati nella vulnerabilità: essa rompe, se invece di lamentarci ci consegniamo come fossimo un telo smembrato dal vento. Non cercarti nell'azione: essa riempie il buco che la vita sta creando perché tu veda. Quel buco è da dove è sorta la tua domanda. Nessuna domanda è mai infine davvero pertinente il fare o il cosa. Se l'azione ti è necessaria per darti senso, rimani sprofondata nel senso fino a sentire dove porta, al di là dell'azione: allora la verità sarà al fondo dell'agito. Se è meditare che ti chiama, siedi e non meditare: meditare apposta per, significa ancora volere un risultato. Allora siedi e rimani. Meno fai, più si avvicina l'incandescente. Resta sicura che dall'amore non si può cadere, riempi il tuo corpo di un senso totale di sicurezza di per sé, non per questa o quella cosa né per "te stessa". Sospendi tutto il resto. Sentiti senza alcuna attribuzione. Non meditare per diventare qualcosa: rovineresti la meditazione. Non pregare per avere risposta: prega per essere domanda. Quella domanda che, come ho detto, nasce dal buco dove cominci. La domanda è più simile a ciò che cerchi, di quanto non lo sia la risposta.
Maddalena
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