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Impara il vento di essere non tuo

Sto facendo un percorso con nuove tecniche spirituali. Invece, va smessa ogni condizione, conosciuto il vuoto anche dagli strumenti, ma da tutto, non lasciare appigli. Ascoltare la vibrazione dell’anima



E mentre lascio la stanza sento chiaro: “Ecco come mi sento: come una persona che è in cammino spirituale”, come molti che vedo praticare tante cose e cercare di continuo, non chi sono davvero, non la scoperta trasformatrice di dio.


Ecco quella specie di desiderio per le pratiche nonostante siano però causa di senso di tradimento e dolore: è l’idea di mettermi in cammino verso dio. L’idea di cercare, di avere un mezzo, di sapere cosa fare.

Ma qui abbiamo sostituito la fede in dio con la fede negli strumenti. L’abbandono deve essere a dio, non agli strumenti.

Voglio quietare la mente così evolvo meglio e sento più pace. Devo ripetere il mantra così vibro come la coscienza universale. Devo praticare così vivo ancora più felice. Che cos’è, tutta questa roba? Che cos’è questo scopo? Umiltà o fede? Chi vuole essere più felice? Si vendono corsi sempre promettendo pace e felicità. La pace è chi siamo, ma non puoi venderla.

Dillo solo una volta, che è qualcosa da raggiungere, e innamori l’ego di un percorso cui possa attaccarsi, e la mente sarà contenta di avere un impegno, perché la paura peggiore per la mente è il vuoto, e da quel vuoto cadere in dio. Perché non c’è altro.

Invece, va smessa ogni condizione, conosciuto il vuoto anche dagli strumenti, ma da tutto, non lasciare appigli. Ascoltare la vibrazione dell’anima. Se l’anima ha fede, non intervenire. Non imporre con la mente pratiche che l’anima non chiede. Sii fedele a ciò che essa domanda. La pratica migliore è ascoltare l’anima e poi arrendersi: all’anima e l’anima a dio. Essere questa pretesa. Morbida, totale. Quante ore mediti o quanti ritiri spirituali inanelli, non ti rende più vero: ti rende spesso più riempito.

Ricorda: l’ego mangia anche le briciole che cadono dalle lezioni spirituali. Trova sempre come nutrirsi. Fai meno. Fai spazio. Lo spazio all’ego non piace: all’ego piace la tana coi muri stretti, gli scambi sicuri, sapere chi è, non spostare nulla.

Non usare le pratiche come muri. Impara il vento di essere non tuo. È il vento, che loda dio. E a lui ritorna. Perché è sempre stato suo.

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