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Immagine del redattoreBhakti Maddalena

L'Amore non ha scopo

Aggiornamento: 7 feb 2022

“C’è una perla cristallina, purissima, in fondo al pozzo”


Dopo cena pulisco piatti e stufa cercando la dedizione. La dedizione è un ristoro dalla mente, per cinque minuti sei in vacanza, tiri il fiato. Questo è un primo livello. Innocuità. Ma vado oltre: mi prendo cura. Non penso “tutto è divino” o “lo faccio per dio”: non so dove sia dio, sono persa e spenta. Invece, agisco stando nel gesto nell’attitudine "senza rimedio né scopo".


È una resa totale ma non la compio come resa, la compio come non pormi scopo, assenza di scopo, “divieto di scopo” e di rimedio. “Spreco” e senza tornaconto. A fondo perso.

E sento che si apre una profondità. E più mi lascio entrare in questa che in fondo possiamo chiamare gratuità, più vado in profondità. E non c’è più niente: né le cose vivide di quando sono in presenza senza pensiero, né l’ovattamento egoico. C’è commozione. Sto toccando qualcosa di sacro.

Lo racconto a Mathias e riesco a non sciuparlo, parlo da lì. Un momento come questo vale più di mille pratiche, pur essendo nato da una pratica (informale e di silenzio assoluto).

Silenzio, assoluto, senza alcuno scopo e rimedio.

Un momento così mi dà fiducia perché mostra non tanto che lo spazio coscienza è ancora presente sotto il chiasso egoico, ma soprattutto mi stupisce un senso di purezza immacolata.

Gli dico: “C’è una perla cristallina, purissima, in fondo al pozzo” e la sento al fondo del cuore, dove incomincia lo sterno.

Vuol dire che ho dentro qualcosa di così puro. Da stupirmi. Rimetto insieme le cose: somiglia al mio post “La vera pratica spirituale è la resa” e Mooji, che ho visto prima, ed è sempre togliere. Tutto è già lì, se non ci metti niente sopra.


Avrei dovuto recitare japa anziché sprofondare in quel silenzio senza scopo alcuno?

Il japa è già azione, è già scopo, speri in un risultato. La lode devota a Dio, l’azione devota senza aspettative, ha già lo scopo di devozione. La devozione è già azione.

Quando non c’è direzione alcuna cui la mente identitaria e finalizzata possa agganciarsi, nessuna ricompensa né ritorno, e specialmente con gli oggetti che quindi rendono la relazione più libera da conteggi e aspettative o ego spirituale, accade un consegnarsi che ha questi termini: assoluto, silenzio, gratuito, incondizionato.

Capisco cos’è quella perla pura che ho pensato “ho un cuore davvero puro in fondo”: è dio. Quel dio che non trovavo. È l’amore incondizionato. È come ama la vita.

Non si possono porre condizioni al Risveglio e nemmeno ai gesti e alle pratiche. Nemmeno dirsi “io mi impegno, poi mi affido a Dio”. C’è sempre un movimento superficiale, un andare verso, da cui si spera di trarre qualcosa, forse dio non verrà ma io mi sono impegnato, questo mi fa sentire buono, valido, volenteroso. C’è sempre qualcosa.


E invece senza condizioni vuol dire che quel gesto non è nemmeno una pratica, non è nulla, è sprecato, buttato nel niente. Ti buca. E più permetti il buco, e vai sotto, e sotto e sotto, senza alcuna prerogativa né prospettiva… più vedi: lì si apre il miracolo.

Quello che ho visto stasera era il dio che cercavo. Sotto a tutto, la Vita è un amore talmente gratuito da non poterlo immaginare. Eppure, lo possiamo trovare.
Dio non è più in alto, o altrove, ma più in profondità.

Ho l’impressione che ogni volta che facciamo pratiche formali ci aspettiamo qualcosa, oppure ci sentiamo dentro un percorso. La via è la rimozione di ogni appiglio. Spogliarsi. Tutto il resto è stato messo su. Io non lo sciuperei questo momento di incontro sacro, mettendoci su un japa. Nulla.

In questo silenzio cristallino, io sto incontrando l’intera umanità.

Ho toccato la purezza dell’amore in me, non come ricevuto, ma come capace e però anche parte di un amore non mio, non era né io né per me, e però era in me ma mi portava in un non luogo, solo nel profondo a vedere da dove si genera la Vita.


Forse questo è l’unico strumento “umano” che comprendo: togliere le condizioni. Tutte. Togliere lo scopo personale e di risultato (lasciare solo la tecnica, il risultato tecnico di risposta al bisogno tecnico, formale). È un servizio a perdere ma non ha nemmeno la connotazione del servizio perché quello ha già scopo di dare qualcosa: non c’è nemmeno il concetto di servizio, c’è il nulla.


È la profondità la risposta. Lì si genera tutto ciò che muove le cose. Allora somigli all’amore di tutto. A ciò che sei e che ti ama.

Be naked, be goal-less and wasted,

Maddalena

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