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La necessità di guardare

E se ciò che evitavi fosse Luce? Perché spesso credi ancora al serpente, ti cerchi troppo indietro



Vi sto proponendo qualcosa di opposto a ciò che da sempre e ovunque si dice: vi sto proponendo di sospettare che siate più avanti, luminosi, puri di quanto crediate. Ma che talvolta si creda ancora al serpente mentre si è già rivelata la corda.


Questa notte ero sveglia a varie riprese. Ho fatto un giro per le ombre ancestrali che sono in tutti: la vergogna, la colpa, nel corpo, del corpo, di questa o quella immagine. Con enorme sorpresa ho trovato ben altro da quanto credessi.


L’ombra la eviti e vuoi la luce, ed è saggio, ma

a volte l’ombra è paura di credere all’ombra, è traccia rimasta dove in realtà l’amore bianco è già penetrato,

ma sembra un osare, ammettere e riconoscere che non mi "odio", che non odio nulla, che anche la psiche illusoria ha smesso certi rumori: cioè è rimasta la convinzione dell’odio, ma non l’odio.


Allora io credo che il self hate, per esempio, non sia odio mai, ma sia una specie di patto inconscio a rendersi inamabili perché ci si è vergognati dell’amore.


Puoi allora produrre amore e comprensione, ma questi saranno psicologici, intellettuali, al più emotivi.

La trascendenza, invece, permette di avvicinare dimensioni in cui l’amore è già tale, e impersonale, e via via è questo che inizia a dilagare negli interstizi a nostra sorpresa, per cui “torniamo” in un “posto” che consideravamo “malfamato” e scopriamo con enorme sorpresa e tenerezza che la luce vi è già arrivata, ma noi non osavamo guardare.

L’odio è infine una vergogna di amore.


Via via troverete che la purezza, come acqua chiara, benedice ogni anfratto, senza che voi abbiate fatto nulla. Perfino mentre credevate ancora al dolore. Voi restavate nel tumulto con le mani sugli occhi. Non l’ombra è rimasta ma la convinzione che essa sia ancora tale.

Il processo davvero fa da solo, ma noi possiamo riconoscere e in questo riconoscere accade il solo reale lasciar andare, che non è volitivo, ma un prendere atto, disarmato, di una perdita buona che è già avvenuta.

Riconoscere è molto più reale di produrre. È meno faticoso, più autentico, più vero, e porta fiducia nella coscienza, nel processo, nella vita, e adesione.


Non credo che le ferite siano la nostra risorsa, la chiave: ma credo perché vedo, che in certe ombre si scopre la potenza della luce e della purezza quasi nostro malgrado. E allora non puoi che comprendere che esiste solo il dono. Ringraziare. Sentire che nulla è, infine, escluso dalla benedizione. Ecco perché non fare con intenzione. Nessuna intenzione può competere con la purezza già intrinseca. Ben più limpida.

Senza intenzione eviti di correggere qualcosa prima di aver davvero osservato, e di produrre una purezza che si sta già rivelando e ben più chiara e profonda, immacolata.

Be naked. Be Honest.

Maddalena



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