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La strada più lunga

Avete paura di non bastare. Che quella scintilla, non basti. Che non basti dio. Che non basti come dio è voi



Voi avete preso la strada più lunga.

Potevate scegliere di cadere, tutti interi, nel silenzio che vi abita. Ma avete preferito la lunga circonvallazione delle pratiche. Smussare l’ego piano piano. Con questa scusa rimandare la morte.


Imitando chi, questa chiamata a praticare ogni momento, l’ha avuta dall’anima, schierate le vostre piccole menti e sperate così di scongiurare il rischio di una vita mediocre.


Ma la lunga strada è la lunga via per temporeggiare.

Con l’idea che Dio questo, vi chieda. Vi chieda sempre di essere diversi da ciò che siete, più evoluti, più bravi, vi chieda più volontà e impegno. Con l’idea che dio sia qualcosa da guadagnare.

Voi avete preso la strada più lunga. E se in questo medesimo istante vi fosse data la possibilità di premere un interruttore, un solo, semplice interruttore, con il quale vedervi morire in tutto ciò che avete accumulato, e riemergere in pura grazia divina, non lo premereste. Vi siete abituati alla logica del fare. Avete portato nella spiritualità la progettualità, il goal setting, la fatica del lungo viaggio.


Con l’idea che Dio questo, vi chieda. Vi ritenga sempre insufficienti, sporchi, miserabili, indegni.


Ma tutto questo è terribilmente laborioso solo perché non lasciate quella sola condizione che mai si arrenderà a dio: l’io.

Così vi sedete a sgranare rosari: e siete l’io. Fate la pace, perdonate, lodate e cantate. E siete l’io.

Ma finché la persona fa tutto questo, serviranno immense fatiche e tempi senza fine. La ragione è una sola: la persona vuole metterci più tempo possibile, un tempo infinito. Così da non morire.


Quelli che vedete pregare o meditare per dodici ore al giorno, quelli la persona l’hanno già lasciata: non è la persona che prega, che medita. Hanno sbucciato le scorze perché una forza da dentro li ha divelti. Non è pregando dodici ore, che diverrete liberi:

smettete chi compie le pratiche, accettate di morire. Quello che resta, praticherà un minuto, dieci, un’ora, venti al giorno. Non sarete più voi a deciderlo.

Quando avrete scoperto la scintilla che sbuccia ogni certezza, arrendetevi a quella. Lasciate fuori tutto il resto. Smettete con questa presunzione di sapere cosa, come e quando fare questo o quello per purificarvi. Non fate che coprirla mentre credete di sostenerla.

Con l’idea che Dio questo, vi chieda.


Perfino il silenzio, volete nutrirlo. Avete paura che non basti. Avete paura di non bastare. Che quella scintilla, non basti. Che non basti dio. Che non basti come dio è voi.


Be naked,

Maddalena

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