Una gran parte dell’apertura necessaria a percepire la vita e il divino è la safety, cioè un totale sentirsi sicuri, l’innocuità della vita in cui accadiamo: questa sicurezza può essere conseguita lavorando costantemente su di sé, i traumi e la fiducia in sé stessi, oppure
capendo, con un atto di umiltà, che qualcosa manca sempre, e che ciò che manca è chi siamo davvero. Che non è nulla di ciò che ci ostiniamo ad aggiustare.
Quando questa chiarezza emerge, è bene tenerla ferma, senza sforzo, ma con fede. Stiamo assistendo ad un cambio di paradigma e di livello. I traumi emergeranno eccome, ma dovremo navigarli sempre alla luce del solo vero trauma: essere separati dalla Verità.
Significa ricordare che non siamo questo personaggio ma ciò che lo vive, e che ciò che lo vive, vive da prima di questa nascita e di ogni storia.
Allora o affanniamo l’avatar, o ci poniamo al di fuori di esso. O lavoriamo come avatar, o lavoriamo a disidentificarci da esso. O evolviamo la forma, o ricordiamo che essa viene dall’essenza e ne è costituita. E che tale essenza è amore, divino, Vita.
Fa paura mollare l’identificazione nella forma, ed è solo per questo che molti preferiscono fare la via della forma che evolve.
Il “sollievo”, smettere di cercare, smettere la fatica, passare da protagonismo a fede, da fiducia in sé stessi a resa e affidamento al divino interiore, è un passo che accade con l’innocuità, ed è precursore della gioia. Non è l’Assoluto: ma è l’inizio della disponibilità. È un lasciarsi fare, più che un fare. Ed è già un meraviglioso modo di vivere e di essere, finalmente, chi siamo.
Be naked, faith is the intrinsic nature of Life.
Maddalena
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