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Il primo Dio

Il primo dio va cercato dentro, nella forza vitale, nel respiro, nel cuore che piange, che ride, nel gioco, nei bambini, nella meraviglia, nel sentire che esisti



Quello che fai, non lo devi fare per guadagnarti nulla: sei già amato.

Sei già, da sempre, l’amore che non vedi.

Quello che fai non devi farlo per raggiungere dio, se lo fai nell’idea che dio sia altro da te, chissà dove, allora l’azione sarà il mezzo con cui lo renderai lontano, nutrendo l’affanno.


Quello che fai, Dio non l’ha mai chiesto. Lo chiede la tua insoddisfazione, la tua paura, prima. Poi: lo chiede una forza in te che sta diventando chi sei. Da quel momento, quello che fai è sempre più palesemente un dio che compie sé stesso mentre un io immaginario guarda il dispiegarsi di forze, riti ed eventi.

Ogni commento che aggiungi è la paura di non riuscire e la alimenta.


Il primo dio va cercato dentro, nella forza vitale, nel respiro, nel cuore che piange, che ride, nel gioco, nei bambini, nella meraviglia, nel sentire che esisti. Non fuori, non in un credo, in un altare, in un idolo.

Qualsiasi mezzo o figura scegliate da venerare, non varrà a molto fintanto che la considerate qualcosa di diverso da voi, fuori di voi.

In questa separazione compite tre errori: il primo è la sfiducia in voi stessi, il secondo è restare nella mente che separa, il terzo è non sfruttare il divino che è già in voi.


Be naked, turn inside,

Maddalena

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