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Madre



Accade una semplificazione.


Come nel risalire un fiume e i suoi emissari, si va verso un unico zampillare. Così i desideri di questo e di quello, le ambizioni di un lavoro, le necessità identitarie, le voglie di fare, le preferenze, le opinioni, perfino spiritualmente parlando, ma anche nella materia, nel mondo e nelle cose, le giornate stesse: tutto va verso un unico semplice vivere.


E' costato molto. Non posso dirvi di no.


E come madre ho mancato innumerevoli volte.


Nei periodi neri (e forse ce ne saranno ancora, non posso saperlo) il marito era padre e madre ai nostri tre ragazzini.


C'erano giorni in cui meditare era piangere, non era meditare.

Giorni in cui l'identità cade e non ne hai una da metterti. Ma la paura vince e tu scappi. Ti chiudi in camera. I figli di là.


Allora la mente innesta su questo triste spettacolo anche una vergogna e una colpa: i figli sono come dietro un vetro, li vedi ma non sai raggiungerli, sei come in trance.


Sono periodi difficili. Manchevoli.

Non mi sono mai data troppo addosso né perdonata. Non per arroganza, ma al contrario per umiltà: non avrei, semplicemente, potuto fare diverso.


Ditevelo sempre, sappiatelo sempre: quello che fate è ciò che potete. Se potevate fare diverso, avreste fatto diverso. Fa male? Va bene. You can take it.

Ciò che sta accadendo sta sempre, già, accadendo. Che tu dica lo accetto o che tu non lo dica.


Tenevo saldo nel cuore, anche in mezzo a folate di gelo, il piccolo lume di sapere che dio stava facendo me, stava compiendo qualcosa. E che un giorno o l'altro avrei restituito ai figli una madre migliore.

A volte era devastante: prima di tutta quanta questa rivoluzione, ero stata una buona madre, una madre piena di sensibilità ed empatia, di gioia di vivere. Era la madre che scriveva sul blog Pensieri rotondi, che voleva diventare scrittrice, che aveva solo da dividersi tra figli e scrittura, e spesso le due cose comunicavano in quella landa di mezzo che chiamo "cuore rosso" (il cuore umano). Che fine aveva fatto quella donna? Poteva, il Risveglio, rendermi peggio di prima?


Via via comprendi la benedizione di un marito che intanto c'è. Di un padre per i figli. La benedizione di non lavorare. La benedizione di una vita che dà spazio.


Credo che i figli mi abbiano vista in mille modi diversi.

Se vi accade questo, non ve ne vogliate: i figli vi hanno scelti. Come anime sapevano e sanno.

Finché via via qualcosa si dirada. Ciò che hai perso non torna più, è stato liberato.

Adesso c'è una madre molto più presente di prima, ma priva di qualsiasi intenzione. Nella semplificazione accade che nulla disturbi, il figlio chiede una cosa e ci sei, la figlia vuole una maglia stirata e lo fai, tieni la casa, non hai nulla che porti via niente, nessuna ambizione. Ti pare di essere lo spazio che mai gli avevi dato.


Sai che è giusto. Sai che non serve sapere altro.


Non sei sempre disponibile perché vuoi esserlo, vuoi essere una buona madre: sei sempre disponibile perché non c'è volere. Non c'è madre. Non c'è figlio. E in questa semplificazione ognuno è ciò che è. Anche nel suo ruolo spontaneo.


Maddalena

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