Noi viviamo sempre ancorati al senso di “me”. Viviamo sempre ricordandoci chi siamo. Nasciamo che siamo come la natura: non abbiamo alcuna idea di noi, né di essere separati dal resto. E siamo felici. Viviamo. Poi cominciamo a pensare come vivere, anziché vivere. E
ci crediamo quello che pensiamo, anziché la Vita. E crediamo che la vita sia ciò che ne pensiamo.
Resta vuota, invece. Se resti vuota non trattieni, se non trattieni non ti attacchi, se non ti attacchi non perdi e non soffri. Tutto respira in te. La vita non è una collezione né una galleria d'arte. Non conteggia e non possiede. Non guadagna e non perde. Vive.
Si tratta solo di abituare la mente a non afferrare e a stare senza aggrapparsi a qualcosa.
Ma, ancora, non serve forzare. Coltiva il non pensiero e resta vuota:
all'inizio puoi sentirti assente, questa assenza è come la mente chiama il tuo spostamento dal suo centro di gravità,
ma pian piano la mente imparerà a non dover essere qualcosa, a stare senza un'immagine di te che la rassicuri, perché scoprirà che vivere restando pervia alla Vita è sicuro, imparerà a fidarsi. Invece di attaccarti a idee, cose, persone, eventi, passato e futuro, sarai piena della Vita stessa intesa come forza universale, coscienza del Tutto.
Prima a letto il corpo di colpo si è mosso, ha aggiustato la posizione: è stato incredibile, ero sveglia ma mi sono accorta del movimento dopo che è accaduto.
Qualcosa vive chi chiami io. E lo fa perfettamente, senza le tue idee, storie, convinzioni di essere lei.
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